Segretariato Missioni Estere Cappuccini Puglia Onlus

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Un'esperienza unica

Ciao a tutti, il mio nome è Giovanni - per gli amici Gianni. Vorrei riuscire a trasmettervi, con questo mio breve scritto, ciò che ho vissuto: un’esperienza di vita, per me, unica e spero ripetibile. Io ho una fede combattuta e travagliata ed ho vissuto, sulla mia pelle, il fatto che il Signore si manifesta, in alcuni momenti, così inaspettatamente ma anche così profondamente, da suscitare una possibile conversione del cuore. Infatti, non credo sia stato un caso che, un giorno, io abbia accettato di recarmi nella “città eterna” ad incontrare il Santo Padre, Papa Francesco.

In quella giornata uggiosa, in quel luogo mistico, d’innanzi ad un’opera architettonica unica al mondo - che da sempre mi ha affascinato da un verso e aumentato i miei dubbi di fede dall’altro- mi sentivo particolarmente sereno e felice. Dopo aver partecipato all’udienza e “ascoltato” la benedizione del Papa, ricevo una proposta alla quale il mio cuore non ha esitato: la nostra guida di quella giornata, Fra Antonio Imperato, responsabile delle missioni estere, (per me il francescano alternativo e al quale da allora sono molto legato), mi ha proposto di accompagnarlo, insieme ad altri amici, in un “viaggio” in Albania.
Da subito ho avvertito il bisogno di vivere questa esperienza, anche di fede, per avviare un processo di ri-conversione, ri-partendo da una terra alla quale personalmente non ho mai dato importanza e che ho, al contrario, sempre considerato poco, forse per le “dicerie” sul suo popolo o per la sua politica o per semplici, sciocchi pregiudizi.
Il mio cuore ha cominciato a battere all’impazzata quando si è deciso di affrontare il viaggio a bordo delle moto; io con la mia amata Transalp. Nulla avrebbe, da quel momento in poi, cambiato la decisione presa.
Girare per le “strade” di un territorio sconosciuto, visitare le popolazioni locali, soprattutto vivere il vero senso del nostro viaggio, conoscere cioè uomini e donne di quelle terre e riportare a casa sensazioni e sentimenti da raccontare, ha suscitato in me, giorno dopo giorno, una forte euforia e una forma strana di frenesia.
Il gruppo di viaggiatori, oltre me e fra Antonio, era ben assortito: da un lato i “puri di cuore”, credenti e praticanti, dall’altra, gli scettici e “disertori” della chiesa, ed io nel mezzo, combattuto come sempre.
Finalmente il giorno della partenza arriva e, come sempre, prima di ogni viaggio, mi accompagno con la benedizione del segno della croce e con un piccolo rosario messomi in tasca da mia moglie.
Il primo giorno comincia con un incontro: piccoli bambini mendicanti (Rom).
Man mano che visitavo i vari luoghi, sacri e non, facevo amicizia con gli abitanti del posto. con i frati missionari - tra cui, il mitico padre Bonaventura – e mi rendevo conto che il Signore fa grandi prodigi e, che poco per volta, sta dando speranza e nuova forza ad un popolo vissuto per decenni in un regime dittatoriale che negava i principi e i valori di ogni fede.
Il viaggio è continuato, giorno per giorno, a volte in modo avventuroso e con ritmi serrati, intervallato da brevi soste; tutti noi eravamo “spinti” dalla frenesia di conoscere quella gente, scoprire nuovi posti, incontrare i più “lontani” ma, soprattutto, di apprezzare quanto è già stato fatto dai nostri frati missionari e di quanto lavoro e di aiuto ancora hanno bisogno.
Ho vissuto situazioni forti, eccitanti, anche difficili, a volte preso dal desiderio di piangere; mi sono allora nascosto agli altri ma anche pregando insieme.
Ringrazierò sempre Fra’ Antonio per questa esperienza, perché in questo momento della mia vita, mi ha regalato una “pillola” salvifica alla mia fede dissidente.
Sono rientrato con un “pensiero diverso”, con un cuore nuovo e, soprattutto, con la speranza di ritornare in quella terra, più come volontario che come centauro, perché, ne sono ora sicuro, si è felici donando piccoli gesti, piccole opere e regalando anche un semplice sorriso ad un solo bambino.
Vorrei anche ringraziare tutti gli amici di quest’avventura, che come me, hanno sentito il bisogno di conoscere, condividere,sperimentare e che, soprattutto, mi hanno donato momenti di gioia e letizia in questa breve parentesi della mia vita.
Grazie a tutti.

 

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