Segretariato Missioni Estere Cappuccini Puglia Onlus

4 novembre 1990

2 novembre 1990

Fino a quando, Signore, starai a guardare?
Libera la mia vita dalla loro violenza,
dalle zanne dei leoni l’unico mio bene (Sal 34,17)

La data della commemorazione dei defunti del 1990 non si potrà mai cancellare dalla mente e dal cuore dei cattolici albanesi contemporanei. Il regime comunista scricchiolava ormai fortemente per la caduta del muro di Berlino, a novembre del 1989, ovvero un anno prima. E in parecchie parti si aveva la sensazione che fosse giunto il momento di tornare finalmente a professare pubblicamente la propria fede.

Si provava un’emozione mai sperimentata prima: novità di vita, di pensiero e di azione, qualcosa di incredibile nella società albanese e nello spirito di ognuno. Per questo dinanzi alla Moschea di piombo (Xhamia e plumbit) ci sono le foto del 16 novembre 1990, altra data memorabile, e perciò siamo stati in pellegrinaggio al cimitero cattolico di Scutari. Fu quello il teatro della prima Messa pubblica, a cui i cattolici parteciparono dopo anni di sofferenze e di persecuzione. Non provenivano solo da Scutari, ma anche dai villaggi del circondario. I testimoni oculari parlano di migliaia e migliaia di persone.
Subito davanti alla cappella grande del cimitero si trova la tomba di tre sacerdoti scutarini, che fecero la prova a far fronte e resistere alle miserie della persecuzione comunista. Non era questione soltanto di forza morale e volontà di ferro, ma anche di possanza fisica. Essi desiderarono con tutto se stessi superare la crisi, il carcere, la violenza gratuita. Attendendo e assaporando il giorno della riconquistata libertà religiosa. Così i leoni non prevalsero su di loro.
In un sacello centrale, ben visibile, riposano le Suore Stimmatine, figlie di Madre Anna Lapini, che nell’Albania settentrionale hanno vissuto da protagoniste una storia di autentica sofferenza, consacrazione in famiglia, battesimi dati di nascosto. Il cimitero della città assomiglia a quelli delle nostre parti, ma è assai diverso in villaggi come Nenshat. Là tutto è più relativo, più semplice e povero e normalmente i fedeli di varie religioni sono sepolti in campi contigui. Se il cimitero di Scutari ha funzionato da calamita per i fedeli dispersi, così è stato anche in altre cittadine. A Mamurras i battesimi, ancora nel 1994, erano amministrati nel camposanto. Fa fede la testimonianza di suor Roza Biba, Adoratrice del Sangue di Cristo. Evidentemente esiste un rapporto stretto fra il battesimo e la morte: morti al peccato una volta per tutte, nel segno della vita vera la fede rinasce.
Recita il salmo 34: «Signore, quanto ancora rimarrai a guardare? Salvami dai loro assalti, liberami da quelle belve!». Anche se sembra tardare, il Signore salva nella persecuzione. Un fedele anziano, dopo aver partecipato alla processione del Corpus Domini per le vie del centro di Scutari, mi ha detto di frequentare la parrocchia della Madonna del Rosario e, in italiano, mi ha ripetuto la stessa testimonianza.

Fra Pier Giorgio Taneburgo

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