La fraternità di Tarabosh/Scutari si racconta
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Siamo una piccola delegazione della Provincia di Puglia. In questa terra di Albania siamo presenti fin dalla caduta del regime comunista. In questi anni la missione ha vissuto tante sfide eroiche, tra alti e bassi, che l’hanno portata ad essere quello che è oggi. I frati presenti provengono dall’Italia, dall’Albania e dalla Germania: tre presenze in due diocesi, in montagna a Fushë Arrëz (fra Andreas Waltermann, fra Christian Albert), nei villaggi della Zadrima a Nënshat (fra Bonaventura Mossuto, fra Reoland Marku, Fra Giuseppe Lanzellotti) e nella periferia della città di Scutari ai piedi del monte Tarabosh e vicino al lago Buna (fra Matteo Di Seclì, fra Dario Ardillo, fra Gjon Shtjefni).
Oggi, vi vogliamo raccontare la fraternità di Tarabosh (Scutari) che da quasi due anni si impegna a vivere in semplicità i valori più autentici del nostro essere Frati Minori Cappuccini. Una casa missionaria incarnata in un popolo con la sua storia e cultura e la convivenza con altre religioni.
Seguendo le indicazioni dell’ordine sparso per il mondo, anche noi abbiamo scelto di fondare la nostra vita su solide basi: la vita fraterna, il valore della minorità, la vita di preghiera, il valore dell’apostolato e il servizio dell’accoglienza.
La vita fraterna
È per noi l’essenza della nostra vita, infatti ci chiamiamo “Fratelli”. Essere e vivere da fratelli è il nostro modo di evangelizzare, di essere chiesa non autoreferenziale, ma che sa condividere e mettere insieme le proprie risorse. Per far ciò, ci impegniamo a creare un ambiente di fiducia e familiare, vivendo insieme i pasti, la preghiera, il capitolo locale, la formazione permanente e la ricreazione. Come fraternità, stiamo seguendo il percorso formativo dei “10 comandamenti”. Anche l’apostolato è quasi sempre condiviso con un altro fratello così come “vuole” san Francesco. Chi ci incontra comprende di incontrare una fraternità e non il singolo.
Il valore della minorità
Come frati minori cerchiamo di vivere la minorità in tutti i suoi aspetti. La nostra casa, seppur bella, si trova nella periferia della città di Scutari, nel quartiere “Liria” abitato per lo più dai Rom di etnia egiziana. Siamo a pochi chilometri dal Montenegro. Infatti, serviamo pastoralmente i villaggi di confine. Non abbiamo dipendenti in casa e lavoriamo con le nostre mani. Indossiamo sempre il saio, sia dentro che fuori casa, come segno della nostra consacrazione ed
espressione di appartenenza all’ordine e sobrietà nel vestire.
Il valore della vita di preghiera
Ha la priorità sulla nostra vita, non anteponendola ad altro. Un aspetto della vita fraterna è la preghiera fatta insieme con il Signore, godendo della sua presenza e nutrendoci della sua Parola. Questo è il tempo più importante, da dove nasce tutto il resto. La liturgia delle ore viene celebrata regolarmente e interamente (ufficio delle letture, lodi, ora media, vespri e compieta). L’Eucarestia è celebrata in fraternità quattro giorni alla settimana e tre volte nelle parrocchie, oppure dalle suore alle quali prestiamo servizio. La preghiera mentale, di meditazione o contemplazione, è presente 45 minuti la mattina e 30 minuti la sera. Questa preghiera, che noi chiamiamo “del Cuore”, è quella più ricca di “volti” ma soprattutto di Colui che ci ha chiamati, “Tu solo con Dio solo!”
Il valore dell’apostolato e il servizio dell’accoglienza
L’apostolato è parte integrante e necessaria della nostra vita cappuccina. Siamo chiamati, consacrati e inviati a servire. La nostra vita non ha senso se non è al servizio della Chiesa e soprattutto di chi soffre. Nel contesto in cui viviamo, l’apostolato è in stretta relazione con la minorità. Le nostre parrocchie sono piccole e di periferia, i fedeli cattolici sono la minoranza e sono famiglie “emigrate” dalle montagne.
Siamo confessori al Santuario della Madonna del Buon Consiglio; Collaboriamo con il parroco della Cattedrale di Scutari occupandoci di un oratorio dove celebriamo la messa e incontriamo le famiglie, i bambini e i ragazzi per il catechismo. Gestiamo la piccola scuola elementare “Beato Zefferino” per soli bambini Rom del quartiere che, oltre allo studio, ogni giorno consumano il pasto.
Collaboriamo con la diocesi per varie attività e commissioni diocesane e aiutiamo i sacerdoti per le messe e confessioni. Da quest’anno abbiamo creato un ponte con i nostri Frati Cappuccini che vivono in Grecia e che lavorano con gli immigrati albanesi. Due volte l’anno andremo da loro per aiutarli in questo servizio.
La novità pastorale che con piccoli passi abbiamo iniziato quest’anno è la “Pastorale di strada” a Tirana. Si rivolge ai più poveri della città. Noi frati, insieme ai “nostri” laici, ci rechiamo nelle strade di Tirana ad incontrare coloro che vivono sulla strada perché hanno perso tutto. Il nostro obiettivo è portare la presenza di Cristo ai più lontani. Andiamo in strada un giorno alla settimana, condividiamo cibo e bevande, li ascoltiamo, offriamo loro un piccolo momento spirituale, pregando insieme (anche se molti di loro sono musulmani).
Ci ispiriamo a san Francesco che abbracciò i lebbrosi facendo conoscere loro che erano preziosi per Dio. Mostrare misericordia agli emarginati della società è fondamentale per la nostra missione cappuccina. Questo è il nostro modo di vivere il Vangelo condividendolo con gli altri. Ci ispiriamo anche a papa Francesco che ci invita ad essere una Chiesa in uscita, “un ospedale da campo” e, come diceva don Tonino Bello, “Chiesa del Grembiule”.
L’accoglienza è un’altra caratteristica molto importante della nostra presenza a Tarabosh. La nostra casa è aperta a tutti coloro che desiderano condividere la nostra vita di preghiera, di fraternità e servizio. Tutto con uno stile semplice e genuino.